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donazioni
adisco apuania odv promuove la donazione del sangue da cordone ombelicale: una ragazza bionda ripresa da dietro in una strada assolata mentre conduce per mano un ragazzo

Assieme ad una nuova vita nasce una possibilità di cura. Le cellule staminali cordonali un dono per la vita

una ragazza bionda ripresa da dietro in una strada assolata mentre conduce per mano un ragazzo

Tipologie di donazione di sangue cordonale

Esistono tre diversi tipi di raccolta del sangue cordonale

sistono tre diversi tipi di raccolta del sangue del cordone ombelicale :

La donazione allogènica o solidaristica

La donazione allogènica è un atto volontario con lo scopo di rendere disponibili le cellule staminali emopoiètiche per chiunque ne abbia bisogno e risponde a rigorosi requisiti di sicurezza e di idoneità, oltre che di tracciabilità e di gratuità.

La donazione allogènica si basa sui principi di:

  • volontarietà: il sangue cordonale non può essere donato senza il consenso informato della madre (Legge n. 219/2005 art.3, capo 3), poiché il tessuto placentare va considerato di appartenenza materna e neonatale; la raccolta è effettuata prevalentemente quando la placenta è ancorata in utero; il rischio infettivo e genetico della donazione di sangue cordonale può essere valutato solo grazie alla partecipazione attiva e responsabile della madre;
  • anonimato: è garantito il principio dell'anonimato. In caso di insorgenza di una patologia onco-ematologica con indicazione al trapianto, tuttavia, con rigorose chiavi di accesso è consentito al personale sanitario di risalire al donatore, per mettere a disposizione della famiglia il sangue cordonale precedentemente donato. Viceversa, nel caso in cui si venga a conoscenza di una malattia a possibile trasmissione genetica insorta nel neonato dopo l'avvenuta validazione del sangue cordonale, deve essere possibile accedere all'identificazione dell'unità di sangue donato per la necessaria eliminazione dal registro;
  • sicurezza infettiva e genetica: viene confermata dopo un periodo di osservazione (quarantena della donazione) variabile da 6 a 12 mesi dopo la raccolta;
  • tutela della gravida e del personale sanitario: la raccolta deve essere eseguita in sala parto in un clima di sicurezza assoluta sia per la donna che per i professionisti. Il consenso della partoriente alla donazione non vincola il personale alla raccolta quando le circostanze del parto sono sfavorevoli, poiché la tutela della salute della donna e del neonato è prioritaria;
  • assenza di interessi economici o commerciali: nessun interesse economico deve interferire con l'attività di raccolta, né per la donatrice né per chi la esegue. Il responsabile della Banca di Sangue Cordonale deve vigilare sulle modalità di utilizzo delle donazioni.

La donazione dedicata

In Italia l'Ordinanza Ministeriale del 26 febbraio 2009 e il Decreto Ministeriale del 18 novembre 2009 stabiliscono la conservazione gratuita del sangue da cordone ombelicale (SCO) per uso autologo dedicato, sulla base di una richiesta degli interessati e di una relazione del medico specialista, da presentare alla Direzione Sanitaria dell'ospedale dove avverrà il parto. L'elenco dettagliato delle patologie in cui è indicato il trapianto di cellule staminali emopoiètiche è allegato al Decreto Ministeriale del 18 novembre 2009 e viene periodicamente aggiornato in relazione allo sviluppo di nuove conoscenze.

La donazione dedicata può avvenire quando nell'ambito familiare sono presenti fratelli affetti da patologie maligne, genetiche, da disordini immunologici o qualora il neonato sia affetto da una patologia congenita, o evidenziata in epoca prenatale, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato il trapianto di cellule staminali emopoiètiche da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico-sanitaria.

In entrambi i casi è necessaria la certificazione rilasciata da un medico specialista e/o da un genetista. Se la patologia non è presente nell'elenco allegato al decreto, la richiesta viene sottoposta a una apposita commissione, denominata DediCO, che può essere interpellata dalla banca pubblica se la richiesta ricade nell'ambito di sperimentazioni cliniche finalizzate a studiare nuovi possibili usi del sangue da cordone ombelicale (SCO).

La conservazione autologa familiare

La conservazione a uso privato, detta "autologa", consiste nel raccogliere il sangue del cordone ombelicale del proprio bambino esclusivamente per uso personale, con lo scopo di poterlo un giorno utilizzare come terapia per riparare tessuti e organi dello stesso nascituro.

Attualmente la conservazione ad uso autologo del sangue cordonale (SCO) non è supportata da adeguate evidenze scientifiche, a eccezione di specifiche patologie per le quali la più recente normativa nazionale prevede la possibilità di effettuare la procedura come donazione dedicata.

In Italia il divieto di conservazione autologa è stato deciso in quanto non risponde alle raccomandazioni dei maggiori organismi scientifici internazionali e non risponde ai criteri di costo-beneficio necessari per erogare prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In questo quadro legislativo, la conservazione autologa, non riconducibile alle patologie identificate dalla normativa, risulta una procedura inappropriata dal punto di vista clinico-assistenziale e non compresa nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza.

La conservazione a uso autologo è possibile all'estero, dopo adeguato counselling, a seguito di specifica autorizzazione all'esportazione rilasciata dall'ente regionale preposto. I costi inerenti alla conservazione autologa del sangue cordonale sono a carico del richiedente. Gli ospedali pubblici sede del parto non forniscono supporto amministrativo per l'iter burocratico a essa relativo.

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